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Amer Yachts: il primo scafo in fibra vulcanica riciclabile

Cinque anni fa è stato il primo cantiere in Europa a portare gli IPS su barche oltre i 90 piedi. Cinque anni dopo Amer Yachts si appresta a realizzare il primo superyacht con scafo in materiale completamente riciclabile. E dato l’enorme successo riscosso dall’Inboard Performance System, possiamo scommettere che la società del gruppo Permare farà da apripista anche alla costruzione di imbarcazioni eco-friendly, destinate a diventare il futuro della nautica da diporto.

A partire dallo scorso anno, l’azienda della famiglia Amerio, che sta virando in modo deciso verso la sostenibilità, ha ridotto progressivamente l’utilizzo della vetroresina inserendo all’interno del processo produttivo Filava, composito costituito da una fibra minerale di origine vulcanica, a base di basalto arricchito, riciclabile al 100% e in grado di sostituire la vetroresina.

Il Filava – ci spiega Barbara AmerioCeo e Sustenaibility Director di Amer Yachts – comporta due vantaggi: il primo è la riciclabilità, il secondo è la maneggevolezza. Questa fibra, infatti, è molto più semplice da utilizzare rispetto a quella di vetro che ha un maggiore impatto ambientale, impatto che noi andremo a ridurre drasticamente”.

Il primo “assaggio” di questa rivoluzione ecosostenibile messa in atto dal cantiere sanremese è rappresentato dalla timoneria del nuovo F100, fatta tutta in Filava e installata per verificare l’effettiva reazione del materiale alle sollecitazioni a bordo e agli agenti esterni e la sua reale capacità di mantenere intatte le proprie qualità fisiche e meccaniche. Proprio in questi giorni, con la supervisione di Rina, verranno divulgati i test di certificazione Enea, risultati particolarmente attesi e verso cui c’è ovviamente grande curiosità.

La sperimentazione di Filava non si è certo fermata alla timoneria ma è proseguita con lo stampo di una sezione di poppa, parte del progetto di scafo completo disegnato da Massimo Verme, che è stato presentato sotto forma di mockup al 60esimo Salone di Genova e che nel 2021 parteciperà al Solar and Energy Challenge dello Yacht Club di Monaco. Il modello esposto alla kermesse ligure sarà poi smaltito per recuperare la materia prima del Filava, che verrà riciclata in fibra vergine e implementata nella componentistica di bordo del nuovo Amer 120, il cui varo è previsto la prossima primavera.

Amer Yachts’ hull in recyclable fiber “flies” with DeepSpeed

Ma non finisce qui: l’eco-progetto firmato Amer Yachts, grazie alla collaborazione di Sealence, si avvale anche di DeepSpeed, il primo hydro-jet fuoribordo elettrico dove motore e sistema di propulsione sono integrati con funzionamento diretto in acqua, in grado di ridurre al minimo il disturbo arrecato all’habitat marino tramite una drastica riduzione delle emissioni inquinanti e sonore, pur mantenendo le perfomance delle motorizzazioni classiche.

Trasferire nella nautica un mini-reattore tipico dell’ingegneria aerospaziale è una mossa assolutamente innovativa che, ne sono sicura, si rivelerà vincente – commenta Barbara Amerio – DeepSpeed si sta avviando verso una produzione più industriale, noi stiamo collaudando il prototipo”.

A questo “super featuring”, oltre a Massimo Verme e a Sealence, hanno preso parte altri due partner: GS4C, che segue e supporta dal punto di vista tecnico l’intero progetto Amer Yachts, e Diab che ha fornito il materiale del mockup comprensivo di quelle caratteristiche di smaltimento in linea con i parametri della vita circolare del materiale sostenibile.

Nell’economia del progetto è stato decisivo l’incontro con Cristiana Talon ed Enrico Benco di GS4C, due ricercatori che hanno lavorato per la Coppa America e che ci hanno fatto conoscere la fibra Filava – dichiara Barbara Amerio – Ringrazio poi Massimo Verme, da sempre il nostro progettista, e Diab, che ci fornirà il materiale sostenibile di accoppiamento al Filava per rendere la barca non solo riciclabile ma anche perfomante. Si tratta di una ricerca costosa, infatti stiamo investendo molto in questo progetto, ma ci crediamo perché vogliamo essere i precursori delle barche che rispettano l’ambiente. Per come è andata con gli IPS, c’è da scommetterci.

www.ameryachts.com

info@gruppopermare.it

Joni Scarpolini

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