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Co-living project, lo sviluppo sostenibile è una forma d’arte

Co-Living Project, fortemente voluto dal team di CreditAccess India NV, ci ha appassionato e coinvolto fin da subito.

Tre i punti cardine di Co-Living Project:

  • L’aspetto sociale di sviluppo sostenibile dei grandi centri urbani asiatici, dove l’attuale decentramento di lavoratori e studenti obbliga a una vita senza socialità e senza la prospettiva futura di sviluppo della famiglia.
  • L’aspetto della funzionalità basato sullo sfruttamento degli spazi abitativi minimi e della interrelazione degli spazi con funzioni chiare e distinte, che tanto hanno a che fare con il nostro abituale tema di progettazione e il nostro modus operandi.
  • La creazione, in sinergia con un artista a cui sono emotivamente molto legato, di un involucro dotato di una plasticità non fine a se stessa, ma frutto di una capacità espressiva e di un pensiero artistico forte, che ha intrinsecamente saputo svilupparsi fino a diventare tridimensionale e addirittura funzionalmente sostenibile.

L’idea di creare un ambiente sinergico a una nuova ripartenza, dedicato ai giovani studenti e lavoratori dei popolosi centri urbani Indiani, ci ha dato modo di provare a immaginare un futuro post pandemico, nel quale sarà ancora possibile, anzi vitale, il tornare a vivere insieme, in un interscambio sociale e culturale, necessario per innalzare le proprie conoscenze, le proprie aspettative e visioni di una vita futura.

Il centro Co-Living, realizzato con esigenze di mobilità e flessibilità utilizzando come elemento base il container da 40’, potrà essere adattato a diverse esigenze e a diverse modularità.

Dal punto di vista tecnico nasce sulla base delle esperienze soprattutto nord Europee ma si sviluppa cercando anche nuove funzionalità interne legate in particolar modo al suo posizionamento e al suo rapporto con il territorio.

Uno spazio abitativo comune, quasi una “bolla” autosufficiente nata per vivere meglio, favorire scambi, contatti e ricercare una possibile maggiore dignità nel rapporto con le realtà lavorative di queste megalopoli.

Esternamente, lo caratterizza un “guscio”, progettato prendendo come ispirazione gli “Orfei” realizzati dall’artista contemporanea Silva Cavalli, sviluppati in maniera tridimensionale fino ad assolvere sia l’aspetto formale di catalizzatore, che quello funzionale di schermo all’irraggiamento solare, al fine di collaborare a una ricerca di ottimizzazione della climatizzazione interna.

Le funzioni abitative interne, suddivise in spazi privati creati all’interno dei container, al tempo stesso struttura base ed elemento principale della realizzazione, fanno da contorno a spazi comuni che nascono dal piano terra con un grande lounge comune e risalgono in una torre attrezzata con palestre, aree cucina e refettorio, zone lavanderia sino ad una roof terrace attrezzata e improntata alla socialità.

Umberto Felci

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