Qu
//

Qu presenta: “Infinitude. A circular lighting experience”

11 mins read

Lo showroom milanese di Qu ci apre le sue porte. Intervista a Chiara Marzucco

Qu Da sempre la forma del cerchio è un simbolo di armonia, di completezza e di perfezione. Un elemento che, nel corso dei secoli, è stato utilizzato con diverse accezioni, che richiamano in sostanza però sempre lo stesso concetto: uno spazio in cui richiamare energie, legate all’universo e alle sue dinamiche, uno spazio protetto che rimanda all’assoluta perfezione.

È proprio un cerchio, ma di luce, ad accogliere gli ospiti nello showroom di Qu in via Cernaia 7 a Milano, ospiti che, avvolti da una luce alle volte più tenue, alle volte più accesa, si accingono a visitare l’installazione temporanea “Infinitude. A circularlighting experience”

Un progetto circolare organico ed integrato che abbraccia il giardino e gli interni, dove la luce è il fil rouge dell’esperienza: un concept,firmato Parisotto + Formenton Architetti che nasce dalla volontà di fornire al visitatore un’esperienza sensoriale completa. Luce e suono si integrano e convergono in suggestioni capaci diportare altrove fino al cosmo.

Ad attenderci in questo cerchio di luce è Chiara Marzucco, già Vice Presidente & Direttrice Marketing di Quick Spa che ha intravvisto nel ramo dell’azienda Quick Lighting un’opportunità da rilanciare, fino a farle assumere con Qu, una dimensione propria.

Un lungo nastro luminoso guida il visitatore attraverso il cortile; cerchi di luce marcano il giardino come tappe del percorso di visita, intersecandosi con gli alberi presenti, e diventando di volta involta segnali, sedute e disegni creati dalla luce sul terreno.

QuQual è l’approccio concettuale nell’idea di design di Qu?

‘Quest’anno abbiamo detto: noi realizziamo un prodotto, disegnato da architetti e da designer, ma quello che vogliamo far vedere non è per forza il prodotto. Quello che vogliamo invece, è far vivere un’esperienza. Dopo vari brainstorming siamo atterrati su questo concetto del cerchio, che è una delle forme primarie che, a differenza di altre, è molto democratica: unisce.

E poi abbiamo unito questo concetto al moto della luce. In alcuni momenti ci sono scenari molto lenti, e la luce cambia insieme alla musica; abbiamo creato uno scenario di 15 ore che varia molto lentamente, ed ogni volta regala suggestioni diverse, abbinando una luce molto calda ad una ambrata, mentre il controcampo è fatto di luce molto fredda.

Di per sé un controsenso, ma qui ha senso perché tu non vedi la sorgente, ma percepisci questa nuvola fredda dietro che è lunare, spaziale: e qui ci colleghiamo ad un altro tema, i suoni. Questi che sentiamo sono suoni sono che vengono dai campionamenti messi a disposizione della NASA, dei suoni dello spazio, rumori delle galassie e delle frequenze.

I ragazzi di Elion project, che hanno curato questa parte, sono andati a prendere diverse tipologie di suoni a seconda del momento della giornata, in modo tale che la mattina o nelle ore centrali e più calde arrivassero da Marte e dal Sole, nelle ore più fredde della mattina, dalla Luna, e più tardi la sera, da lontanissimo dalla Terra.

Il concetto di quest’anno gira intorno appunto all’orbita, un dialogo tra l’uomo e lo spazio che è intorno.

Non si parla di prodotto. Dei prodotti sono installati ovviamente, come le Magritte, dove ancora torna il concetto di cerchio, ma non è quello il focus. Secondo me la luce non è vendere un prodotto, ma è unione nella propria casa, vivere un’esperienza diversa a seconda del momento del giorn

QuChe cosa distingue Qu dal mercato?

‘Diciamo che ci siamo voluti un po’ togliere dalla classica concezione di prodotto. L’anno scorso avevamo utilizzato 3/4 famiglie di corpi illuminanti sull’esterno del giardino, e all’interno gli stessi prodotti si trovano ‘esplosi’ su un tavolo: lo abbiamo fatto come provocazione. Come a dire: vedete questi sono  ferro, elettronica e cavi, ma questi sono elementi che tutti hanno a disposizione.

Quello che cambia è tutto ciò che l’azienda può fare per o supportare il cliente e/o dare una visione in termini di luce, dando un supporto all’architetto o al designer, per ottenere esattamente quello che avevano in testa’.

Più in generale, nel concept di Qu, da dove arriva la vostra ispirazione?

‘Da tutto quello che ci viene posto sottomano ogni giorno. Sicuramente siamo legati al tema dell’arte, che ci è molto caro come azienda.

Poi la vera ispirazione la traiamo dall’esperienza che facciamo tutti i giorni, nel momento in cui qualcuno ci sottopone un problema. Da lì partiamo e da lì mutiamo, cambiamo. Poi stiamo andando molto velocemente, non teniamo un’unica rotta, mutiamo a seconda delle sfide che ci si presentano.

Credo che abbiamo trovato la nostra dimensione per adesso, ma stiamo ancora cambiando tanto e continueremo a cambiare tanto nei prossimi 3/4 anni’.

Due lavori molto particolari che vi hanno visti protagonisti riguardavano l’illuminazione di appunto erano la scuola Cavalsassi a Roma e le Nuove Cantine Italiane a Verona.

Qui la luce è quasi poetica ci porta in un racconto, che lavoro svolge la luce in contesti come questi?

‘La luce secondo me è qualcosa che può arricchire un progetto, e affidarsi ad un esperto come un lighting designer è un’ottima idea, specie se lui a sua volta ha la lungimiranza di affidarsi a un’azienda che possa supportarlo nelle idee.

Nel caso di Nuove Cantine Italiane l’allestimento è stato fatto da Filippo Bricolo, un architetto veneto molto bravo, che aveva necessità di creare questa struttura molto imponente; un po’ particolare perché non era piatta, ma aveva due piani che creavano un angolo, e lui voleva creare una luce che potesse essere integrata all’espositore stesso.

Serviva una luce che potesse illuminare le opere senza che qualcuno che si ponesse di fronte si facesse ombra da solo. Con Filippo abbiamo lavorato bene, ci ha fornito gli ingombri in cui stare e la sua idea di design, e ci ha dato molto spazio sul raggiungimento dell’effetto voluto.

Anche per Cavalsassi è stata un pò la stessa cosa. Il progetto l’ha curato Marco Ferrelli e in quel caso bisognava dare valore a questo bellissimo villino anni 20, senza andare a interferire però con il bello di quell’architettura storica.

Abbiamo lavorato da dietro in negativo, per dare degli accenti sulle finestre, lavorando con dei colori che si potessero integrare completamente con i tubi di fascio. Ma fai fatica a percepire da dove arriva la luce, che era l’effetto che cercavamo.

Lavorate un po’ in tutte le situazioni, interni, esterni, spazi pubblici, uffici, residenze. C’è un ambiente che vi piace particolarmente?

Per me l’outdoor è molto bello e interessante. Si può fare tanto, è un ambiente che è stato negli ultimi 2/3 anni molto più apprezzato. Quando cercavamo il nostro showroom, la prima cosa che ho cercato era un posto con un giardino.

QuC’è interazione tra gli elementi in esterno. Facciamo organica, biofisica della luce e del verde, con una luce che non va anche ad interferire, ma va a creare qualcosa di nuovo. Secondo me un giardino può essere vissuto in tanti modi diversi, di giorno e di sera, con la stessa tipologia di luce. E quindi sì, forse per quanto mi riguarda l’outdoor è sicuramente il mio preferito. Poi vengo un po’ dal mare, quindi…’.

Ecco, facciamo una parentesi nautica. È un settore in cui la luce vuol dire fondamentalmente arredare, avere spazio, anche questo è un aspetto interessante è vero?

‘Noi come Qu non lavoriamo direttamente nella nautica, ma è un settore che conosco molto bene e che segue la divisione Quick Lighting. Secondo me purtroppo spesso e volentieri ancora l’illuminazione in barca è molto legata al prezzo. Ed è un peccato perché si si fa fatica a comprendere che in realtà una barca, uno yacht o un superyacht può cambiare molto a seconda della tipologia di prodotto viene utilizzato.

Chissà che anche Qu possa crearsi un’identità in tal senso’.

In conclusione, ci sono progetti futuri o ambizioni particolari, che vi prefiggete per il futuro prossimo o più lungo termine?

‘Il primo obiettivo è quello di non deludere. Stiamo lavorando e prendendo diversi lavori all’estero, e quindi lo sviluppo dell’estero con uno showroom dedicato è prossimo, ma al momento siamo molto focalizzati sul procedere paso dopo passo e sperimentare.

Abbiamo tutto il tempo di crescere, ma adesso l’importante è non deludere le aspettative, tutto il resto verrà passo passo. E poi sono scaramantica!’