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On test. Amer 110 con quad IPS. La rivoluzione dei superyachts è cominciata

Avevamo annunciato il varo del nuovissimo Amer 110 lo scorso agosto, quando il nuovo modello del cantiere di Sanremo aveva toccato per la prima volta l’acqua. Nelle poche settimane successive, lo staff del gruppo Permare ha lavorato per la definitiva messa a punto e il trasferimento a Cannes dove è stato presentato in anteprima mondiale durante il Cannes Yachting Festival. Ed è dalle banchine del porto di Cannes che ci siamo mossi per la prima prova in mare riservata a una testata giornalistica, accompagnati da due guide d’eccezione, Rodolfo Amerio, alla guida del gruppo insieme alla sorella Barbara, che durante la prova ha ricoperto il ruolo di comandante, e l’architetto Stefano Tini, che ha disegnato gli interni e il fly.

Stiamo parlando di una nave da diporto, di un superyacht lungo  33 metri in cui nulla è standardizzato. Fatta salva l’architettura navale  di Massimo Verme, il layout interno e le soluzioni abitative sono state disegnate dall’architetto Tini su precise richieste dell’armatore. Un cliente speciale, di cui conosciamo solo la nazionalità che trapela dal gusto degli arredi, ossia russa, che nel giro di sei anni ha acquistato tre Amer, il 92, il 100 e oggi il 110.

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Unique, questo il nome dell’Amer 110, che propone una fondamentale innovazione, l’adozione di Quad Ips, ossia la quadrupla motorizzazione Volvo Penta composta da quattro IPS 1200 da 900 hp ciascuno. Si tratta di un record, quello segnato dalla sinergia fra il Gruppo Permare e Volvo Penta, perchè è la prima volta in assoluto che una nave da diporto viene motorizzata con Quad IPS.

La scelta di questa motorizzazione è in linea con le scelte strategiche adottate dal gruppo sanremese ormai da molti anni. Perseguire, cioè, alti livelli di performance con una attenzione altissima ai consumi e al rispetto dell’ambiente.

Con l’installazione dei quattro pod drive, il cantiere ha registrato in prova oltre 30 nodi di velocità. Durante il nostro test, con 12 persone a bordo e pieno carico di carburante, oltre al mare mosso, abbiamo registrato una velocità massima di 28.5 nodi. Cosa ancora più importante i consumi, che a 24 nodi si fermano a 540 litri ora. Un  dato che fa registrare una riduzione di circa il 30% dei consumni rispetto alle motorizzazioni tradizionali di pari potenza. Infine, vista la riserva di carburante di 9.250 litri, l’autonomia dell’Amer 110 si colloca probabilmente come la maggiore fra i superyacht di questa categoria.

Altra innovazione interessante, è la pellicola applicata allo scafo in sostituzione della classica antivegetativa. Si tratta di un materiale di derivazione militare che dovrebbe resistere, senza manutenzione ne sostituzione, per 5 anni.

Il design delle linee esteriori è sorprendente. E’ un fatto oggettivo, al di là delle personali preferenze sul piano  estetico, che i progettisti siano riusciti nell’impresa di attribuire un carattere sportivo a una nave da diporto di queste dimensioni.

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Se è vero che salendo a bordo dalla profonda plancia di poppa percorrendo gli scalini che conducono al pozzetto, oppure attraverso la grande e protetta passerella, si percepisce la maestosità dello yacht, è anche vero che in mare, libero dai legaggi di un porto, Unique sembra distendersi sulla superficie dell’acqua, i suoi slanci di prua, le finestrature allungate, la sovrastruttura che si armonizza attraverso linee curve con il ponte inferiore e il resto dello yacht, realizzano insieme una figura elegante e affilata.

Tre i ponti a disposizione. Quello centrale, dove si trova il grande salone cui si accede dal pozzetto, quello inferiore dove ci sono le tre cabine, la suite armatoriale e due per gli ospiti, e il grande fly che, alle spalle della postazione di comando, offre tantissimo spazio arredato per il relax. A sinistra della postazione di governo, pochi scalini conducono alla plancia interna di comando. Gli interni, arredati secondo precise indicazioni dell’armatore, ricalcano, sia per numero di cabine che per scelte stilistiche, le due precedenti imbarcazioni dello stesso armatore, ossia l’Amer 92 e l’Amer 100.

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Prova in mare

Con Rodolfo Amerio ai comandi, l’ Amer 110 viene condotto fuori dall’ormeggio e dall’intricato percorso all’interno dell’affollatissimo porto di Cannes, con il solo utilizzo del joystick. La manovrabilità è eccellente. I quattro pod drive permetto movimenti in acque ristrettissime che mai ci saremmo aspettati da uno scafo di queste dimensioni.

Finalmente con i fanali del porto alle spalle, inziamo la nostra navigazione di prova inziando a rilevare un po’ di dati. Il primo è di carattere soggettivo: la possenza e la progressione con le quali l’ Amer 110 avanza in acqua sono impressionanti. La stabilità, che pure ci si aspetta da una imbarcazione di queste dimensioni, è il punto forte di questa carena che passa sulle onde di un mare increspato dal maestrale senza quasi avvertirle.

A 1500 giri, Unique sfiora già i 15 nodi di velocità, andatura più che soddisfacente per la percorrenza di lunghe rotte, con un consumo che non raggiunge i 227 litri/ora. Le manovre di accosto sono dolci e molto graduali, con un livello di comfort e vivibilità assoluti. Rodolfo Amerio chiede ancora potenza ai quattro pod drive portando il regime a 2100 giri per una velocità di crociera intorno ai 24 nodi. Chiedendo di mantenere queste condizioni di navigazione, scendiamo nei ponti inferioni per raccogliere qualche impressione. L’assenza di vibrazioni e totale, la rumosorità minima.

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Risaliti in plancia di comando, chiediamo di testare lo yacht al massimo dei giri navigando contro il mare mosso: 28,4 nodi la velocità massima a 2300 giri per un consumo, eccellente, di 665 litri per ora.

Prima di invertire la rotta e mettterci con mare e vento a favore per rientare verso Cannes, effettuiamo un test che di solito si svolge su barche di dimensioni molto inferiori. Fermiamo lo yacht per vedere il grado di accelerazione che questa motorizzazione riesce ad attribuire allo scafo: 3- 2- 1…manette a fondo corsa e via al cronometro che fermiamo quando Unique raggiunge i 20 nodi. Sono passati appena 11 secondi.

Alle nostre spalle c’è Nicola Pomi, direttore vendite di Volvo Penta  per Italia, Spagna e Portogallo, venuto a godersi la prova in mare. Certamente uomo di parte, ma sinceramente colpito dalle prestazioni della barca: “Queste sono performance eccezionali – ci dice entusiasta – certo dovute alla potenza dei motori ma non solo. Un risultato di questo genere lo si coglie se si lavora in sinergia con il cantiere, tutta l’attività tecnico progettuale è finalizzata al raggiungimento di questi risulati. Scafo, motorizzazione, materiali, tutto concorre a raggiungere queste prestazioni”.

ameryachts.it